ASD TEAM MAGIC FISHERMEN I MOSCHETTIERI


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Le specie

Trota fario (Salmo trutta faryus)
Tipico salmonide delle acque di montagna, la trota fario, anche perché, regolarmente immessa con i ripopolamenti effettuati ai fini della pesca sportiva risulta presente in quasi tutto il territorio, dalle Alpi alla fascia appenninica, dal nord a sud. Occasionalmente scende più a valle fino alla pianura.La consistenza di popolamenti è comunque più ricca al nord, essendo esso maggiormente ricco di acque fredde e ben ossigenate necessarie per l'insediamento e per una efficace riproduzione della specie, rispetto al centro -sud. Anche se la trota fario è segnalata "abbondante", in parecchi corsi d'acqua di montagna , occorre rilevare che il suo regime alimentare e il suo comportamento territoriale non le consentono di raggiungere densità di popolazione paragonabili a quelle osservate per i Ciprinidi Lunga in media 25-30 cm, nei bacini lacustri può raggiungere eccezionalmente anche 50-60 cm di lunghezza e 3-4 kg di peso. La dieta comprende soprattutto macroinvertebrati (larve di insetti, vermi, crostacei,ecc), ma anche piccoli invertebrati tra cui pesci ed anfibi
Tecniche di pesca: Al tocco, a mosca e spinning.
Esche naturali: Camole, vermi, vivo, gatoss
Esche artificiali: Rotanti, ondulanti, streamer, mosche galleggianti o sommerse.
Periodo migliore: Da marzo a ottobre.

Trota iridea (oncorhynchus mykiss)
La trota iridea, una specie di origine nord americana, è affine alla trota fario, da cui si distingue per la presenza di una fascia longitudinale rosa-purpurea sui fianchi e di piccole macchie nere sulla pinna caudale. Nelle nostre acque non supera di regola 50-60 cm, mentre nei paesi d'origine può raggiungere anche 1 metro di lunghezza. La trota iridea, anni or sono, veniva regolarmente immessa nelle acque montane e collinari di categoria D, dove non è tuttavia in grado di riprodursi, ed è quindi in costante diminuzione. Oggi viene ancora allevata negli impianti di troticoltura esclusivamente a scopo alimentare e per il ripopolamento dei laghetti di pesca sportiva, e di alcuni tratti di zone C, adibiti a campi di gara.
Tecniche di pesca: Bolognese, roubaisienne, spinning, mosca, tremarella striscio, bombarda, nei laghetti di pesca sportiva a volte sussistono limitazioni di pesca di diversa natura.
Esche naturali: Camole, tebo, caimani, vermi, bigattini, vivo, uova di salmone.
Esche artificiali: Rotanti, ondulanti argentati, o rossi con fiocco , rapala o pesci finti.Mosca sommersa, o galleggiante, cucchiaini, rotanti, ondulanti, minnows, esche siliconiche, pastelle varie colorate ed aromatizzate(colori prevalenti- verde chiaro, bianco e rosa salmone)
Periodo migliore: Da fine settembre a primavera inoltrata.

Trota lacustre (Salmo trutta lacustris)
Abitatrice dei grandi laghi alpini e di qualche lago del Centro Italia, la trota lacustre è caratterizzata dalla livrea argentea e dalla fitta puntinatura nera. Assieme alla Trota mormorata (Salmo trutta marmoratus) rappresentano i giganti dei salmonidi in Italia.Ricercata soprattutto per le sue carni, è stata oggetto di pesca intensiva che ne ha intaccato gli stock ittici nei grandi laghi alpini. Si nutre prevalentemente di piccoli pesci, crostacei, macroinvertebrati acquatici e insetti. E distribuita lungo tutti i laghi dell’arco alpino e in alcuni laghi del centro Italia (es. Lago del Turano). Raggiunge dimensioni record, fino a un metro e mezzo per quasi 25 Kg. peso.
Tecniche di pesca: Spinning, Pesca a mosca, Pesca col vivo, Mort maniè, Tirlindana.
Esche: esche artificiali, pesci esca vivi o morti.
Periodo: invernale.

Trota marmorata (Salmo trutta marmoratus)
Questo particolare tipo di trota, è la specie più grande del genere nel nostro paese. Questa trota è un classico esempio di endemismo, in quanto la sua diffusione tocca tutto il corso del fiume Po, che era il suo ambiente naturale, andando a distribuirsi in tutto il Nord Italia e arrivando fino alla Slovenia e Croazia soprattutto nei grandi fiumi del piano. Il colore di fondo è argenteo impreziosito da marmoreggiature color marrone che mimetizzano la trota alla vista delle sue prede, principalmente piccoli pesci (scazzoni e sanguinerole), crostacei, ma non disdegna anche invertebrati. Le sue dimensioni sono impressionanti, un metro e mezzo per quasi 20 Kg. peso.
Tecniche di pesca: Spinning, Pesca a mosca, Tocco, Mort maniè, Pesca col vivo.
Esche: esche artificiali, vermi, pesciolini vivi o morti.

Carassio (carassius carassius)
Il carassio e il carassio dorato, meglio conosciuto come "pesce rosso", sono due specie di origine orientale introdotte in Italia verso la fine del secolo scorso, quindi di origine alloctona. Il carassio e il pesce "rosso" sono diffusi praticamente in quasi tutti i corsi d'acqua della Penisola, specialmente nei tratti medio bassi, nei canali di bonifica, e in alcuni invasi o laghi. Nelle acque della pianura, la presenza dei carassi risulta spesso preponderante rispetto a quella delle altre specie ittiche per la capacità di questi Ciprinidi di resistere a condizioni di estrema scarsità di ossigeno e di tollerare tassi di inquinamento piuttosto elevati.I carassi misurano mediamente 15-20 cm. con massimi di 30-40 cm. La loro colorazione è assai variabile volgendo dal bruno scuro, al bruno-giallastro, o al bruno-argenteo. Il regime alimentare, estremamente vario comprende invertebrati bentonici, organismi planctonici e materiale vegetale anche in decomposizione. Il carassio, è un pesce presente molto nei campi di gara di pesca al colpo, e viene catturato in modo preponderante durante le competizioni.
Tecniche di pesca: Passata, a fondo, roubaisienne, inglese.
Esche: Bigattini, lombrichi, mais, e polente aromatizzate.
Periodo migliore: Dalla tarda primavera all'autunno inoltrato(attivo tutto l'anno).


Carpa (Cyprinius carpio)
Fra le specie di ciprinidi delle acque dolci italiane, la carpa è quella che raggiunge le maggiori dimensioni, superando talora anche 1m di lunghezza e 20 kg di peso. La carpa è originaria dell'Europa orientale e dell'Asia. In Italia e di origine alloctona, a parte un ceppo autoctono nostrano chiamato carpa regina. Abbastanza frequente nei fiumi del piano, e nei canali di bonifica, che rappresentano un ambiente ottimale per questa specie. A causa di ripetuti ripopolamenti, è presente anche nei tratti intermedi o alti di diversi di alcuni fiumi, e laghi appenninici, le cui caratteristiche ecologiche non soddisfano però le esigenze di questo pesce. Predilige acque ferme o moderatamente correnti, con fondi melmosi e ricchi di vegetazione. E' onnivora ; si nutre di materiale vegetale fresco o in decomposizione, di invertebrati del fondo e , occasionalmente di avannotti e girini.
Tecniche di pesca: Passata, bolognese, roubaisienne, inglese, a fondo, o carpfishing.
Esche: Bigattini, vermi, mais, polente aromatizzate, boiles.
Consigli: Pesce tipico di fondo, si può pescare quando è molto caldo anche a galla (es. carpodromi), pasturando con piccoli, ma continui lanci di bigattini sul galleggiante , e sollevandolo in modo leggero e verticale. Filo dm. 0,12-0,16, amo dal 12 al 18 e galleggiante da 0,10 a 0,20 gr.
Periodo migliore: Dalla tarda primavera all'autunno(attiva tutto l'anno)

Carpa erbivora (Amur)
La carpa erbivora , comunemente chiamata "amur", è di origine alloctona, proveniente dai bacini di alcuni grandi fiumi cinesi, è stata introdotta a partire dal 1975 in molti canali di bonifica, e bacini artificiali della penisola per scopi di pesca sportiva e, soprattutto per il controllo della vegetazione acquatica infestante ha dato prova di accrescersi rapidamente, riducendo la vegetazione in misura diversa a secondo della densità di semina. Oltre alla carpa erbivora, è possibile trovare in alcune località del territorio altre due specie di provenienza asiatica: la carpa "argento" e la carpa "testa grossa", specie filtratici che si nutrono di fito e zooplancton.
Tecniche di pesca, esche, ecc: Come carpa alloctona e regina.

Cavedano (Leuciscus cephalus)
Il cavedano, preferisce le acque basse, correnti con fondi ciottolosi o sabbiosi, ma essendo una specie estremamente adattabile si ritrova pure in svariati altri ambienti, anche quando moderatamente inquinati.Gli esemplari che vivono in acque correnti non superano generalmente 40 cm di lunghezza e 1 kg di peso, mentre gli individui che vivono in grandi fiumi, o bacini lacustri possono raggiungere anche dimensioni maggiori, fino a 60 cm di lunghezza e 3 kg di peso. I giovani, si cibano in prevalenza di invertebrati, mentre gli adulti hanno una dieta più varia che comprende materiale vegetale e, limitatamente agli esemplari taglia maggiore, anche di piccoli pesci.
Tecniche di pesca: Passata, (bolognese o fissa), roubaisienne, spinning, e mosca
Esche naturali: Bigattini, piccoli vermi, caster, pane, mais, crisalide, e frutta o bacche di stagione (sambuco, uva , more, ecc.)
Esche artificiali: Cucchiaini di vari tipi e colori, mosche galleggianti, o sommerse.
Consigli: Nei tratti di fiume a corrente forte e fondale profondo usare lenze da 1,5 a 8-10 gr con pasturazione a base di bigattini incollati, o spugne di bigattini e pastura(formaggio-pane) appesantite con sassi; finali da 0,08 a 0,14 con torpille o montature di pallini a catenella distribuita su 70 cm, un mt di lenza ami dal 14 al 18. Nei tratti del piano a corrente modesta si possono usare montature più leggere da 0,20 a 1gr, con piombature progressive a scalare, praticando durante la passata leggere trattenute e rilasci quasi radenti il fondo. Durante il periodo estivo, con molto caldo, si pescano anche a "galla" con piccoli lanci ma continui di bigattini, lenze leggerissime da 0,10, a 0,20 gr, amo del 20-24 innescato col bigattino innescato a metà del corpo e appena pinzato(cosiddetto a sistema o orizzontale). Con le esche stagionali,(frutta e bacche) nei periodi relativi, si pesca a fondo, o in passata sfiorando il fondo.
Periodo migliore: attivo tutto l'anno.

Luccio (Esox lucius)
Predatore per eccellenza, il Luccio è il terrore delle acque dolci, dove si apposta in cerca di una preda che le passi vicino, per compiere uno scatto fulmineo e attaccarla.I suoi attacchi sono rivolti ai pesci che vivono nel suo ambiente. Lo troviamo soprattutto nelle lanche, risorgive, fiumi del piano ad acqua ferma, nonché in laghi,stagni e dighe. E’ diffuso anche in tutto l’Emisfero Australe, dal Nord America fino alla Penisola Scandinava. La livrea varia a seconda della zona in cui vive, infatti il Luccio autoctono presenta una marezzatura verdastra o marrone e linee color crema lungo tutto il corpo, mentre il Northern pike, il luccio alloctono presenta al posto della marezzatura, una specie di puntinatura bianca e verdastra. Le pinne presentano invece un bel colore rosso aranciato.La specie in Italia purtroppo ha subito un grosso calo dovuto all’inquinamento, competizione con altri predatori, la pesca di frodo, la distruzione dei siti di nidificazione. Va detto però che ora molti impianti di acquicoltura stanno mettendo a punto la sua riproduzione artificiale. Raggiunge taglie di 140 cm per 28 Kg. di peso.
Tecniche di pesca: Spinning, Mort Maniè, Pesca col vivo, Pesca a mosca.
Esche: esche artificiali, pesci esca vivi o morti.
Periodo migliore: invernale.

Storione Corbice e Comune
Gli storioni, sono pesci migratori; verso la fine dell'inverno essi risalgono le foci dei principali corsi d'acqua del territorio per riprodurvisi. Come per tutte le specie migratorie, anche la risalita degli storioni è ostacolata dalle barriere che l'uomo ha elevato lungo i corsi dei fiumi. Gli storioni sono quindi presenti in modo mediocre nei corsi d'acqua italiani, al contrario in molti laghetti di pesca sportiva vengono introdotti per la pesca "no-kill!!" Le dimensioni della specie sono considerevoli : il cobice può raggiunger i 25 kg di peso e 1,5 metri di lunghezza, lo storione comune 100 kg e 6 metri. Gli storioni sono principalmente predatori e si alimentano sul fondo catturando molluschi e altri invertebrati ed occasionalmente pesci, in minima parte materiale vegetale.
La specie è protetta, ed il divieto di pesca è esteso tutto l'anno sull'intero territorio.

Tinca (tinca tinca)
La tinca che tollera tenori di ossigeno anche estremamente bassi, è specie tipica delle acque di pianura, ferme o con deboli correnti e ricche di vegetazione. Può raggiungere 40-50 cm di lunghezza, e 2-3 kg di peso. Sebbene la tinca sia largamente diffusa nei corpi idrici della bassa pianura, la sua consistenza numerica è in genere per lo più scarsa o mediocre; popolazioni più consistenti si riscontrano nei canali di bonifica, mentre nei corsi d'acqua naturali, ad eccezione dei tratti più prossimi alla confluenza con il Po, la specie è oggi notevolmente rarefatta. La tinca è onnivora ma predilige gli invertebrati del fondo, ed in particolare i molluschi.
Tecniche di pesca: Passata bolognese(montature medio-pesanti) e a fondo
Esche naturali: Bigattini, vermi.
Periodo migliore: Estate e autunno.

Pesce gatto (Ictalurus melas)

Famiglia: Ictaluridi
Dimensioni: 20-30 cm
Caratteri morfologici: ha la pelle priva di scaglie e ricoperta da abbondante muco, testa larga, schiacciata in senso dorso ventrale, pinne pettorali e dorsale con il primo raggio spiniforme e bocca adorna di quattro barbigli. Grazie a questi possiede una straordinaria capacità olfattiva dovuta ai sensori che, pur distribuiti sull'intera superficie corporea sono particolarmente abbondanti in quest'area.
Presenza: abbonda nel lago piccolo ed è presente anche nel lago grande in minor quantità: Ama acque calme, stagnanti, basse, ricche di vegetazione e con fondali melmosi. Durante l'inverno il pesce gatto si infossa in buche scavate nel fango.
Alimentazione: è un predatore vorace e si ciba prevalentemente di avannotti di pesci, di uova, girini, tritoni, larve di insetti, molluschi ecc.
Caratteristiche comportamentali: si riproduce in tarda primavera e d'estate, quanto la temperatura dell'acqua raggiunge i 20 °C circa, con un curioso corteggiamento che ha valso a quest'animale l'appellativo di "testa di Toro". Per la decina di giorni di durata dell'incubazione il maschio- talvolta anche la femmina- vigila le uova provvedendo a correntizzare l'acqua con il movimento ripetuto delle pinne. Dopo la schiusa, per circa una settimana, si protrarranno le cure parentali; poi il novellame inizierà l'attività di ricerca del cibo in gruppi che costituiscono un efficace mezzo di difesa durante il periodo in cui gli avannotti sono maggiormente vulnerabili.

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